La sinistra non dice più cose di sinistra. Matteo Renzi, titolare del marchio, ruba perfino lo slogan all’altro Matteo, Salvini, e di fronte alla marea di disperati naufraghi nel Mediterraneo, urla: «Aiutiamoli a casa loro!». La destra, invece, non fa più la destra. Fa la plebe. La destra si fa carico della schiuma degli avvinazzati al seguito del populismo occidentalista Barabba nel frattempo che la sinistra – affidatasi ai banchieri – nel non dire più certe cose realizza il blocco sociale delle élite. La sinistra sta a destra e viceversa. Uomini un tempo forgiati alle Frattocchie – la scuola quadri del Partito comunista – al calduccio delle commissioni di bilancio della Ue vivono oggi lo stesso ruolo di Maria Antonietta di Francia quando, a un passo del patibolo, al popolo che non trovava pane, diceva: «Mangiate brioche».
Tutto il contrario della destra che, fattasi plebe, incapace di darsi un’avanguardia – una qualunque elaborazione politica – passa direttamente alla fase estrema dell’indistinta rabbia: l’infantilismo. Latra l’intero repertorio populista, la destra. Arraffa le budella della plebe più avvelenata, non sente ragioni non avendo testa per nessuna ragione ed è coerente solo alla caricatura disegnata dagli avversari: «Ecco le zoccole che fanno perdere la testa ai bravi ragazzi dell’Arma». Fin qui uno dei commenti sullo stupro di Firenze giusto a saggiare il web, la casa d’identificazione e domicilio di una massa il cui orizzonte tutto semplificato, tra le liane della complessità globale, è degno di un selvatico non ancora folgorato da Jane: «Io Tarzan, tu Cita»…
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[Foto in apertura di Matteo Cesari]
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