Berlino. Una vecchia convinzione sostiene che in media gli uomini abbiano nella vita più partner sessuali rispetto alle donne. La convinzione è radicatissima. Il problema è che potrebbe essere del tutto sbagliata.
Immaginate due gruppi di tennisti: 10 uomini e 10 donne, tutti soci dello stesso tennis club. Il presidente vuole migliorare l’interazione tra i sessi e stimolare le partite miste di singolare. Organizza un sondaggio: «Con quante persone del sesso opposto avete giocato a tennis?». Questi i risultati: i 10 uomini dichiarano in media di aver giocato con 6 donne dell’altro gruppo. Le donne dichiarano di aver giocato in media con 3 uomini dell’altro gruppo. Il presidente si accorge che qualcosa non va.
Il lettore attento può facilmente comprendere che i risultati del sondaggio sono smentiti dalla matematica. Non è possibile che in totale gli uomini abbiano avuto 60 incontri con le donne (10 uomini per 6 donne), mentre le donne ne abbiano avuti in media 30 (3 uomini per 10 donne). Più ostica appare un’analoga considerazione matematica se cambiamo tema: sesso al posto del tennis.
Qui la logica si scontra con la tradizione culturale, così forte da consentire la pubblicazione di statistiche prive di qualsiasi accenno di dubbio. Un sondaggio statunitense del 2007 sosteneva che gli uomini avrebbero avuto una media di sette partner sessuali del sesso opposto, e le donne quattro.
Nello stesso periodo in Gran Bretagna i risultati erano simili, pur se più allegri: 12,7 per gli uomini e 6,5 per le donne. In un commento pubblicato ai tempi sul New York Times, il matematico di Berkeley David Gale dichiarava lapidario: «La conclusione che gli uomini abbiano avuto più partner sessuali delle donne non può essere vera per ragioni puramente logiche».
La questione è endemica: uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Social Biology ha preso in esame alcuni sondaggi e ha verificato che gli uomini riportavano regolarmente numeri più alti rispetto alle donne, fino a una proporzione massima di 8,45 a 1. Ci aiuta anche la Durex dei preservativi: un’indagine del 2007 su 26 Paesi riportava 13 donne per ogni uomo, e appena 7 uomini per ogni donna.
Il capolavoro è un’analisi della Brown University del 2005: 31 donne per uomo rispetto a meno di 9 uomini per donna. Per l’Italia chi scrive non ha trovato informazioni degne di nota, salvo la media totale (circa 13). In Francia la media è simile, ma gli uomini dichiarano il doppio circa di partner rispetto alle donne. Contando su una (lasca) affinità culturale, applicando le medesime proporzioni gli uomini italiani dichiarerebbero 8 partner e le donne 4.
Le cause delle discrepanze? Partiamo dalla logica: ci potrebbero essere più donne rispetto agli uomini. La proporzione è vera solo nei Paesi sviluppati: a livello globale gli uomini sono il 50,4%. In occidente è diverso. Nel 2010 negli Stati Uniti gli uomini erano meno delle donne (96,7 uomini ogni 100 donne), ma solo perché le donne vivono più a lungo. Nella fascia di età tra 14 e 65 anni la proporzione è 1 a 1.
Il secondo argomento logico è quello che maschilisticamente potremmo chiamare “della ninfomani”, e che comporta una spiegazione un po’ più ostica. Gli uomini avrebbero una media più alta delle donne perché tra queste ve ne sarebbero alcune estremamente attive sessualmente, che alzerebbero la media per tutte. Poi nei sondaggi non vengono intervistate – da qui i risultati più bassi per le donne.
Se a rigor di logica la spiegazione può funzionare, la teoria della ninfomane è una spiegazione da paesino agricolo anni ’50 che ci sentiamo di respingere. Inoltre il numero di donne sessualmente iperattive dovrebbe essere assai alto per poter modificare la media di tutto il gruppo. So cosa il lettore sta pensando: la prostituzione. La risposta è negativa: le sex worker non sono comprese nelle statistiche.
La verità la conosciamo tutti: donne e uomini mentono. Digressione: in un contesto urbano occidentale a basso tasso religioso, i totali generalmente riportati per intere esistenze sembrano corrispondere a quelli ottenuti da un ventenne in salute in pochi mesi, ma tant’è. Le statistiche sono solo un altro indice della repressione culturale rispetto alla libertà sessuale delle donne, e forse questo è l’unico dato che conta.
C’è un discorso psicologico: il senso del possesso (del sesso) rinfranca l’autostima del maschio d’antan. Meno partner sessuali nel passato della donna sarebbero indice della preziosità del soggetto. I sondaggi mostrano che la rivoluzione sessuale è ben lungi dall’essere completata, e credere agli argomenti smentiti dalla logica perpetua una diseguaglianza di genere ormai davvero inutile.
Nell’era di Tinder, ognuno dovrebbe poter fare sesso con con quante persone vuole. E sarebbe utile lasciar stare i sondaggi, con buona pace del presidente del circolo di tennis.
[Foto in evidenza di Jonathan Knowles / Getty Images]
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