Quando Lutero invocò lo sterminio dei contadini in rivolta, giustificò la sua alleanza con l’aristocrazia feudale accusando i ribelli di fanatismo. La plebe voleva sovvertire l’ordine del mondo perché era posseduta dai pensieri del Maligno, inoculati dalle parole di falsi predicatori. Chi non è padrone della propria parola non può aspirare a essere ascoltato, e va soppresso «come un cane». Era il 1525, e il trattamento in voga per chi era affetto da disagi psichici, in assenza di una florida industria degli psicofarmaci, era il rogo per stregoneria.
Oggi il dibattito sulle fake news (e su coloro che le diffondono) risveglia nella cultura dei nostri giorni sia il problema del fanatismo, sia il suo radicamento nelle ansie della società, sia la diagnosi di Lutero (per fortuna, non anche la sua terapia). Per capire quanto sia ampio il contagio basta analizzare il traffico che i siti dedicati alle false notizie riesce a produrre. Ogni mese Conservative101.com riceve un numero di visite che oscilla tra 1,5 e 2,5 milioni; quelle di AmericanNews.com sono scese a 1,5 milioni, dopo aver conquistato vette di gloria sui 4 milioni a ridosso delle elezioni per la Casa Bianca.
Se si scorrono le homepage dei due siti, la falsità dei titoli ricorda più la parodia che la retorica della persuasione. Lutero sospetterebbe una dose massiccia di fanatismo in chi non ride di notizie come: Uno stato Democratico ha appena assunto l’avvocato di Al Qaeda per denunciare Trump. Sono matti; Il fratello di Barack ha appena consegnato il certificato di nascita di Obama, è molto peggio di quanto ci aspettavamo; Kohn twitta che il clima di New York prova il riscaldamento globale, ma gli esperti di meteorologia la dichiarano un’idiota…
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[Foto in apertura di Aaron Tilley / Getty Images]
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